Ridurre l’impatto della chimica e dei pesticidi nei nostri parchi e nelle nostre città è oggigiorno una necessità cui anche il legislatore sta ponendo finalmente mano.
Ben prima di ciò, ancora nel secolo scorso, le nostre Ditte, tra mille incomprensioni e difficoltà, aprirono questa strada, sperimentando e proponendo un nuovo approccio e una nuova filosofia nella gestione del verde ornamentale.
Un approccio che si basasse non sul controllo preventivo di malattie e parassiti, ma che sfruttasse le interazioni positive tra i diversi organismi che popolano il terreno o vivono con e sui vegetali.
Fummo tra i primi a parlare di proteine Harpin, sperimentando e introducendo sul mercato un formulato – Pre Tect messo a punto nei laboratori statunitensi della Plant Health Care di Pittsburgh – a base di proteine Harpin, particolari molecole in grado di “ingannare “ le piante, stimolando i processi immunitari di autodifesa.
Le proteine Harpin sono state scoperte nel 1992 alla Cornell University di Ithaca – NY – da ricerche finalizzate a capire come i batteri patogeni delle piante coltivate interagivano con le piante stesse.
Il loro meccanismo d’azione è semplice, e nel contempo affascinante, e può essere schematizzato nell’indurre la pianta a “pensare” che è sotto attacco di agenti patogeni, anche se questi in realtà non sono presenti.
L’albero reagisce all’inganno con una risposta ipersensibile – HR – che induce una resistenza sistemica acquisita – SAR – e una maggiore attività fotosintetica.
In poche parole si induce – come avverrebbe con un vaccino ipovirulento – una resistenza ad un possibile futuro attacco di un patogeno. Quando la pianta rileva al proprio interno la presenza reale di un patogeno, il SAR genera una resistenza effettiva a questa malattia.
Le proteine Herpin contribuiscono dunque ad aumentare il sistema immunitario generale di un vegetale che risulta quindi più protetto da attacchi esterni di funghi o batteri.
Venti anni di ricerche condotte in più di 500 Università del mondo evidenziano poi ulteriori effetti collaterali vantaggiosi collegati all’applicazione delle herpine: le piante trattate hanno un’attività fotosintetica accelerata, un maggiore assorbimento dei nutrienti, un incremento in volume delle radici,un incremento del contenuto zuccherino nei frutti, una maggiore resistenza ai geli e un effetto deprimente sulla popolazione dei nematodi.
La tecnologia di impiego delle herpine è in piena espansione e nuovi orizzonti nella moderna fitopatologia si stanno aprendo, con scenari impensati ed impensabili fino ad ora.
Ora è stata messa a punto una nuova formulazione, PRE TECT 2.0, con un contenuto di proteine herpine molto più concentrato e la presenza di microelementi essenziali che ne potenziano l’assorbimento per via fogliare. Abbiamo un prodotto commerciale cinque volte più concentrato del vecchio formulato Pre Tect che permette un dosaggio di applicazione di soli 400 grammi per ettaro rispetto ai due Kg della vecchia formulazione.
Pre Tect 2.0 è impiegato su ortaggi, vasetteria, tappeti erbosi e nella floricoltura da taglio e in pieno campo.
Abbiamo impostato anche prove sperimentali applicate su alberi ornamentali radicati in parchi e in città.
Nuove prospettive fitopatologiche si stanno aprendo e noi di Agri-Consult ne siamo pienamente partecipi !