L’estate che si sta concludendo è stata caratterizzata da massicci attacchi di Popillia japonica, insetto originario del Giappone, segnalato per la prima volta in Europa nel 2014 nella zona della valle del Ticino.
Il coleottero causa intense defogliazioni alle nostre piante. Le larve si sviluppano nel terreno, nutrendosi a spese degli apparati radicali di tappeti erbosi e specie erbacee; gli adulti invece – facilmente riconoscibili per la colorazione bronzea e verdastra, unitamente alle piume laterali bianche – sono voraci defogliatori, che in gruppo possono devastare in pochissimo tempo intere chiome di esemplari arborei.
In considerazione dell’elevato rischio fitosanitario, Popillia japonica è inclusa nella lista degli organismi nocivi di quarantena rilevanti per l’Unione europea; sulla base delle indagini effettuate, è stata ufficialmente istituita l’area demarcata del focolaio, costituita da una zona infestata, che ricade nelle regioni Lombardia e Piemonte, e da una zona cuscinetto di 10 km, che ricade in parte anche nelle regioni Emilia-Romagna e Valle d’Aosta. Su tutto il territorio interessato il Servizio Fitosanitario ha installato trappole a feromoni, per contrastare su larga scala la diffusione del coleottero con catture massali e allo stesso tempo per studiare l’andamento della popolazione.
Cosa fare quindi quando la troviamo nel nostro giardino?
Su piccola scala, le trappole a feromoni sono da usare solo dopo attenta valutazione, in quanto si rischia di attrarre un gran numero di esemplari, dei quali una parte non viene catturata dalla trappola, ma finisce per attaccare la vegetazione circostante. Pertanto, in giardini, orti e frutteti famigliari si consiglia a inizio infestazione la raccolta manuale degli adulti, ove possibile, che va fatta nelle prime ore del mattino, per esempio facendo cadere gli adulti in contenitori sormontati da un imbuto. Se questo non fosse possibile, si può ricorrere a trattamenti con insetticidi: solamente negli ultimi mesi, sono stati registrati alcuni formulati commerciali a diversa composizione, dalla deltametrina, all’acetamiprid. Tuttavia, questi prodotti sono di sintesi: per chi volesse scegliere uno strumento biologico, sono stati recentemente introdotti formulati con Metarhizium anisopliae, attivo sulle larve. Sempre sulle larve, un ulteriore possibilità, oltretutto attuale in questa stagione, è rappresentata l’uso di nematodi. Tra questi vi sono specie entomopatogene, come Heterorhabdtis bactriophora, attivi in particolare con larve di oziorrinco e Popillia. Il meccanismo larvicida si basa sulla penetrazione dei nematodi nelle larve di coleottero, con il successivo rilascio di batteri, che nell’arco di 2/3 giorni portano la larva alla lisi.
Si tratta quindi di applicare al terreno una soluzione contenete questi organismi, che devono essere irrorati quando ovviamente ancora vivi, per avere un’azione larvicida. Questo complica di molto le modalità applicative del prodotto: i nematodi vanno conservati a temperature da frigorifero (4-5°C) e vanno impiegati entro pochi giorni dalla data di produzione: fatidico quindi intervenire nella stagione giusta – o nel primo autunno, o in primavera – e coordinare alla perfezione la catena produttore-fornitore-cliente: contattateci per ulteriori informazioni!