Negli ultimi periodi, specie nel Nord Italia, è comparsa quella che sembra un’ulteriore e nuova minaccia: la famigerata Popilia japonica. Questo coleottero – su cui girano anche le più disparate fake news, come il fatto che sia arrivato a bordo di aerei atterrati a Malpensa – causa serie danni alle nostre piante. Le larve, come praticamente tutti i coleotteri, si sviluppano nel terreno, nutrendosi a spese degli apparati radicali di tappeti erbosi e specie erbacee; gli adulti invece – facilmente riconoscibili per la colorazione bronzea e verdastra, unitamente alle piume laterali bianche – sono voraci defogliatori, che in gruppo possono devastare in pochissimo tempo intere chiome di esemplari arborei. Da qualche tempo quindi diversi clienti ci chiedono come agire per limitare e risolvere il problema, possibilmente in linea con i principi di sostenibilità e non utilizzo di prodotti chimici. Tra i metodi di lotta da noi testati, esistono le trappole a feromoni: certamente efficaci e attrattive per l’insetto, la loro installazione va correttamente soppesata. Di fatti, si rischia di attrarre un gran numero di esemplari, dei quali una parte non viene catturata dalla trappola, perché finisce maggiormente attratta dalla vegetazione circostante: si rischia quindi paradossalmente di far aumentare i danni nella zona di posizionamento della trappola. Un’altra via che stiamo testando con successo riguarda l’uso di nematodi. Tra questi organismi infatti non troviamo solo parassiti delle piante, ma anche specie che sono entomopatogene, come Heterorhabdtis bactriophora, attivi in particolare con larve di oziorrinco e Popilia. Il meccanismo larvicida si basa sulla penetrazione dei nematodi nelle larve di coleottero, con il successivo rilascio di batteri, che nell’arco di 2/3 giorni portano la larva alla lisi. Si tratta quindi di applicare al terreno una soluzione contenete questi organismi, che, badate bene, devono essere irrorati quando ovviamente ancora vivi, per avere un’azione larvicida. Questo complica di molto le modalità applicative del prodotto: i nematodi vanno conservati a temperature da frigorifero (4-5°C) e vanno impiegati entro pochi giorni dalla data di produzione: fatidico quindi intervenire nella stagione giusta – o nel primo autunno, o in primavera – e coordinare alla perfezione la catena produttore-fornitore-cliente, onde evitare di applicare nematodi…ormai morti! Da qualche tempo abbiamo ottimizzato tali delicati passaggi, garantendo una consegna settimanale ai clienti che ordinano nematodi entro il martedì, potendo poi usarli entro l’arco di qualche giorno: un nuovo servizio, puntuale e veloce, che punta a risolvere un difficile problema, naturalmente!
PRE TECT 2.0
Ridurre l’impatto della chimica e dei pesticidi nei nostri parchi e nelle nostre città è oggigiorno una necessità